Nel progredire della formazione di un apneista, arriverà un momento di cambio delle attrezzature. Succede quando quelle possedute, non consentono più di sfruttare tutta la potenzialità acquisita. Ecco, ad esempio, che si rende necessaria la decisione di acquistare delle pinne più performanti. Nel web si possono trovare numerosi articoli che esaminano i diversi tipi di pinne disponibili per l’apnea. Spesso le valutazioni sono effettuate sulle differenze di rigidità o circa il modo in cui valorizzano la pinneggiata dell’apneista.
Con il nascere di nuove tecnologie, i processi produttivi e materiali hi-tech diventano più facilmente disponibili. Ecco quindi che gli apneisti hanno una scelta eccezionalmente ampia di pinne tra cui scegliere. Ma quando il livello di preparazione arriva oltre quello base, ci sono davvero solo due scelte per il materiale per le pale. Almeno per il momento la scelta si articola tra pala in Carbonio e pala in Vetroresina.
C’è un grande dibattito nei forum delle comunità di apnea su quale di questi materiali sia meglio e qui cercheremo di valutare alcune di quelle opinioni. Ma prima, guardiamo i materiali stessi:
Carbonio
Le pinne con pale in carbonio sono estremamente leggere. Inoltre offrono una resilienza ineguagliata da qualsiasi altro materiale. Queste proprietà uniche del carbonio, ne fanno uno dei materiali più efficienti per la costruzione delle pale. Ciò detto in termini di conversione e conservazione dell’energia. Sono sicuramente tra li più comunemente usate da apneisti con ottime prestazioni, tuttavia, non esistono aspetti positivi senza quelli negativi. Il principale aspetto negativo delle pale in carbonio è sicuramente la loro fragilità.
Le pale in carbonio si spezzeranno se colpiscono con sufficiente forza un oggetto duro come una roccia o il bordo di una scogliera. Anche in piscina, in particolare sulle virate la tecnica deve essere praticamente perfetta se le vogliamo tutelare. Ciò rende tali pinne sicuramente inutili per tutti gli apneisti inesperti. Ma anche In particolare per coloro che fanno immersioni con fondali sottomarini rocciosi e vicino alle barriere coralline.
Le pinne con pale in carbonio sono un’ottima scelta per le immersioni nel blu, in acque libere e per l’apnea mirata alle performance. Quindi, fintanto che restiamo indenni da urti violenti con superfici dure che potrebbero danneggiare irrimediabilmente le pale.
Vetroresina
Le pinne con pale in vetroresina sono più adatte e più comunemente utilizzate in ambienti con scogli e rocce. Le pale in VTR sono leggermente più pesanti e meno resilienti delle pale in carbonio, ma ciò che si paga in termini di peso e flessibilità è compensato in termini di resistenza e durata.
Un paio di ben fatte pale in VTR aerospaziale è praticamente infrangibile. Le pale in vetroresina possono subire una considerevole quantità di danni prima che siano rese inutilizzabili, il che le rende una scelta perfetta per gli apneisti che praticano la maggior parte delle immersioni nelle acque basse, attorno a scogliere e rocce che sono destinate a venire a contatto con le pale.
Alcuni modelli di pinne sono disponibili con pale composite in vetroresina/carbonio. Queste pale sono un perfetto connubio tra carbonio e vetroresina, fornendo alle pale una maggiore resistenza e peso ridotto pur conservando l’estrema durata della vetroresina.
Ulteriori considerazioni sulle pinne
Il modo di pinneggiare in apnea sta cambiando. Mutuando le tecniche migliori dagli agonisti, la tendenza è volta ad un movimento ancor meno ampio. La frequenza si correla alla ampiezza. Questo a favore del minor utilizzo muscolare. In tal modo la pinneggiata, essendo le pale sempre più morbide, diventa quasi imprimere alle stesse il sinuoso moto del serpente in acqua. Eloquente il video che segue.
Un altro miglioramento è dato dal far lavorare la pala in tutta la sua lunghezza. I longheroni laterali infatti, sono spesso scomparsi, oppure si sono ridotti vistosamente. In alcuni casi la pala non ha più il suo punto di fulcro all’attaccatura delle dita del piede, ma diventa sempre più solidale con il piede intero. Altri due fattori degni di rilievo sono l’estrema flessibile morbidezza e l’inclinazione della pala rispetto alla scarpetta, che diventa sempre più evidente.
Alcune considerazioni extra sulle pinne
Una ultima nota, infine. Quando acquisti le pinne, ricorda che avrai bisogno di calzari in neoprene per proteggere i tuoi piedi nella scarpetta. Verifica sempre se il range di numeri specificato sulla scarpetta considera il calzare da tre millimetri indossato.
Tieni presente che senza calzari, la pelle dei piedi sarà più esposta a vesciche, abrasioni e arrossamenti. Questo in particolare quando le sessioni di apnea durano a lungo, e quindi con la pelle a lungo immersa nell’acqua. Nelle acque temperate o in piscina, considera l’utilizzo di un calzino sportivo, può essere un buon compromesso.
Rimane fondamentale che la scarpetta formi per quanto possibile un tutt’uno con il tuo piede e la pala. Per cui evita che questa abbia giochi eccessivi indossata sui piedi. Ovviamente non esagerare per evitare crampi indesiderati. Ciò ti permetterà di sfruttare appieno il tuo movimento di pinneggiata, con il minor sforzo possibile. Infine come per la monopinna, quando la scarpetta è poco morbida, l’utilizzo di un po’ di sapone a volte può semplificare la calzata.
.
Se ti è piaciuto, condividi: Facebook Google + Twitter