Muta subacquea – un ottimo utilizzo alternativo
Purtroppo il nostro clima sta cambiando. Ci dobbiamo sempre più spesso abituare all’idea di assistere in prima fila a disastri meteorologici come trombe d’aria, temporali, inondazioni.
A volte penso che uno degli acquisti più azzeccati sia stata la muta subacquea che ho in magazzino. In questo frangente mi riferisco alla mia muta subacquea stagna. Comunque che la muta subacquea sia quella definita umida, semistagna o stagna poco importa.
I fatti risalgono al settembre del 1997. In seguito a un forte temporale anche il mio garage sotterraneo è stato invaso dalle acque reflue.
Per fortuna la mia muta stagna era appesa ad asciugare in appartamento. In quel giorno, lesto, son riuscito a infilarmela e correre per quanto possibile ai ripari. Sotto la pioggia, riuscivo a mettere in salvo quello che ritenevo più prezioso! Purtroppo in quella occasione una buona parte di ricordi, si sono irrimediabilmente rovinati. Mi riferisco a delle vecchie diapositive che conservavo ben riposte nei ripiani inferiori di alcuni scaffali del garage. Ahimè, sono diventate “fotografie subacquee” e quindi in parte perdute.
Incredibile come il frequentare un corso per subacquei, per intenderci quelli con le bombole, o un corso di Apnea oltre ad aprirci le porte a un modo meraviglioso che è li a portata di mano, ci permette, con l’osservanza delle rigide regole che ne regolamentano l’attività, di temprare il nostro subconscio e di imparare a controllare le nostre emozioni e a utilizzare le scelte più consone alla situazione.
Le conclusioni
L’apneista dovrà misurarsi col tempo. Esso trascorre lento all’inizio della sua apnea ma sempre più veloce verso la fine con l’obiettivo di… risalire in tempo per meritarsi una bella boccata di aria fresca. Il sub con le bombole invece dovrà fare i conti con la gestione di vari eventi. Lo stress indotto dal freddo, la scarsa visibilità, la molteplicità delle attrezzature da gestire e anche lui, comunque… col tempo che trascorre incessantemente.
Entrambi quindi, apneisti e sommozzatori, col tempo oltre ad aver esercitato il controllo delle emozioni, sono anche dotati di muta subacquea. Questi “vestiti” che traggono origini dall’abbigliamento dei palombari, utilizzati da chi deve trascorre molto tempo in acqua in quanto ottime guaine termiche. Ma inoltre sono anche dei veri e propri DPI (dispositivi di protezione individuale) che alla bisogna diventano dei preziosi ausili per la propria incolumità e per prestare soccorso a chi ne avesse bisogno. Questo senza peraltro sostituirsi a “veri” soccorritori acquatici, addestrati a muoversi in ambienti insoliti quali quelli alluvionali, sia in città che in campagna.
Ma il passo per imparare è breve, avendo già una conoscenza dell’ambiente acquatico. Basterà frequentare uno di quei corsi che vengono offerti da varie organizzazioni autorizzate, quali ad esempio quelli offerti dall’SNS (Società Nazionale Salvamento), che anche a Mestre offre i suoi ben strutturati corsi per soccorritori acquatici – bagnini di salvataggio.
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complimenti! e da oggi non terrò più la muta in garage ma… ai piani alti.. pronta all”uso.. se serve.